UmbriaVirtual - Il Portale della Città dell'Umbria

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INFORMAZIONI UTILI:
A.P.T. dell'Umbria, Via Mazzini, 21 - 06100 Perugia
Tel.075 575951 - Fax: 075 5736828
www.umbriatourism.it - umbriatourism@regione.umbria.it

L'UMBRIA:
L’Umbria è la regione più interna dell’Italia centrale, il cui nome proviene dall’antichissimo popolo indoeuropeo che l’abitava, sospinto dagli Etruschi, parecchi secoli prima di Cristo, sulla riva sinistra del Tevere. Soggetta a Roma dal 295 a.C. florida con l’Impero anche per l’importante via Flaminia che la attraversava da Narni a Foligno, l’Umbria fu poi sede del ducato longobardo di Spoleto (569-1247). Raggiunse il suo massimo rigoglio nell’età comunale e signorile – cioè dal secolo XII al XV – finchè i vari staterelli che la componevano vennero inglobati, durante il ‘500, nei domini del Papa, cui la regione rimase, salvo la parentesi napoleonica, sino all’unificazione con la madre Patria.
Tutta colli e monti, valli e conche, bagnata dal Tevere e dai suoi affluenti, da fiumi e torrenti, da laghi, fonti e cascate, l’Umbria ci offre un paesaggio così bello da sembrare contraffatto: tanto che qualcuno l’ha definito paesaggio-pittura. Borgate e città salgono a scala sulle pendici dei colli, o si raccolgono sulla loro cima, o s’adagiano su pianori. Il verde è quasi sempre dominante, sia pure in infinite sfumature.
L'Umbria
Scarseggiano le tonalità ocra e rosse, i filari di cipressi, certo geometrismo sublime ma severo della Toscana, certa primeva nudità del Lazio, certa alpestre asperità degli Abruzzi. Qui regna la dolcezza: ed è una dolcezza diffusa, sognante, misteriosa, che supera l’orizzonte e si perde, o si ritrova, nel cielo. Non però nell’interno dei paesi dell’Umbria ove, di solito, permane un’atmosfera medioevale che, nella strettezza dei ripidi vicoli, nei rudi edifici con la chiusa “porta del morto”, ci dà una versione assai meno dolce, più maschia, più austera, quasi crudele dell’Umbria. Casseforti, mura, torri – motivi comuni, del resto, a quasi tutta l’Italia superstite del Medioevo – qui, peroprio per la grazia della natura circostante, fanno acerbo contrasto. Questa polarità del paesaggio umbro – inteso qui sia come natura che come creazione dell’uomo – ha riscontro nella polarità dei personaggi più significanti nella storia della regione: Santi pittori, artisti da un lato; capitani di ventura dall’altro. Cosicchè su un emisfero dello spirito stanno Benedetto e Scolastica da Norcia, Francesco e Chiara d’Assisi, Rita da Cascia – per non citare che i Santi più noti dell’Umbria, che ne è feracissima – sull’emisfero opposto s’accampano in arcione uomini di ferro e di diabolica astuzia come i Piccinino, Malatesta Baglioni, Erasmo Gattamelata, Braccio da Montone.

 

 

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